PAIR OF DOG NOSE TABLE SPOONS – LONDON 1699

COPPIA DI CUCCHIAI DA TAVOLA - LONDRA 1699

 

Material/Materiale

Solid silver (Britannia standard)

Argento a titolo 958.4/1000

A Britannia standard (95.84 part per thousand) pair of William III solid silver Dog Nose with Rat Tail pattern table spoons. They have a frontally engraved Green Man above foliate decoration (possibly later), and cipher engraving verso.

The spoons were manufactured by Peter Harache I, the first Huguenot silversmith to Become Free of the Goldsmiths' Company (*), and hallmarked in London 1699.

Excellent condition, thick metal throughout, very crisp hallmarks, good bowls with almost no tip wear, couple of little bowl bumps.

 

* for more information follows this links:

http://www.collectorsweekly.com/articles/the-huguenot-silversmiths-18th-century-refugees/

http://www.ascasonline.org/articoloSETTEM117.html

Or read the very interesting book:

The First Huguenot Silversmiths of London: The Story of the Family of the First Huguenot to Become Free of the Goldsmiths' Company, by David McKinley

Hallmarks/Marchi

London/Londra

Period/Periodo

1699

Maker/Argentiere

Peter Arache I

Dimension/Dimensioni

20.1 cm lenght (in lunghezza)

Weight/Peso

143 g

 

 

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DESCRIZIONE IN ITALIANO

 

Questa coppia di cucchiai da tavola è stata realizzata da Peter Harache I, il primo argentiere Ugonotto, emigrato in Inghilterra per sottrarsi alle persecuzioni religiose dopo l'abolizione dell'Editto di Nantes, ad ottenere la licenza ad esercitare la professione dalla Goldsmiths' Company. Il marchio è caratteristico del periodo del Britannia standard (1696-1720) essendo costituito dalle prime due lettere del cognome.

I marchi di garanzia del titolo Britannia (958,4/1000), vale a dire la figura della Britannia (impressa invece della testa di leopardo incoronata), e la testa di leone tagliata (che ha preso il posto del leone passante guardante), risultano ben leggibili, così come la lettera dataria in carattere "court hand", una sorta di alfabeto utilizzato per le trascrizioni manuali nei tribunali dell'epoca. I marchi sono posizionati sull'asta del cucchiaio, pratica in uso fino a circa il 1780 quando cominciarono ad essere impressi nella parte superiore del manico.

Il modello di questi cucchiai, in voga tra il 1695 ed il 1715, viene indicato come "dog nose" (o meno frequentemente "wavy-end") per il caratteristico aspetto del filale del manico che ricorda il naso di un cane. La modanatura all'altezza della bowl nella parte posteriore è detta a "coda di topo" ("rat-tail") e serviva per rendere ancora più solidi questi cucchiai che già di per sé erano di notevole consistenza.

Sono frontalmente incisi con motivi a foglie e con la figura dell'Uomo Verde  (Green Man), simbologia di origine pagana che ancora oggi gode di una certa popolarità nei paesi nordici e nel Regno Unito, dove col tempo ha assunto il significato di rigenerazione e di nuova vita. Il "Green Man" resta comunque una figura ambigua e non priva di significati esoterici e magici. Ad avvalorare questa tesi i due cucchiai presentano una incisione sul retro che a prima vista può essere interpretata come le iniziali del proprietario (che in vero erano incise in maniera molto più semplice in questa posizione), ma che da un attento esame appare come una sorta di messaggio cifrato. È da notare che in questa epoca i cucchiai venivano posti sulla tavola in posizione rovesciata rispetto ad oggi e con la bowl in basso, ed è proprio in questa posizione che era possibile leggere correttamente le iniziali del proprietario.

Nonostante non sia raro trovare cucchiai di questa epoca con incisioni floreali, quella qui presente (per tipologia e stato di conservazione) non è quasi sicuramente coeva ai due cucchiai ma con ogni probabilità è stata applicata in epoca vittoriana, quando la figura del "Green Man" ha avuto uno dei suoi innumerevoli revival.

Le condizioni sono ottime e la realizzazione è stata effettuata senza parsimonia nell'uso di argento. È estremamente raro trovare dei cucchiai di questa epoca in condizioni così perfette, soprattutto nelle bowl e con marchi così ben leggibili.

Per altro i lavori di Peter Harache, senza alcun dubbio il migliore argentiere dell'epoca, sono estremamente rari da reperire sul mercato collezionistico

 

 

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