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GLI STANDARD DELL'ARGENTO E DELL'ORO

Gli standard dell'argento e dell'oro nel tempo

Argento

Oro

Determinazione del titolo dell'argento e dell'oro

Pietra di paragone

Coppellazione

Titolazione

Note


GLI STANDARD DELL'ARGENTO E DELL'ORO NEL TEMPO



Gli standard di argento ed oro utilizzati per il conio e per la realizzazione di argenteria sono mutati nel tempo anche in maniera considerevole. Di seguito riportiamo alcuni brevi cenni a riguardo.Per approfondimenti vedi

British Coinage

Gold Standard for Money

British Indian Coinage

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GLI STANDARD DELL'ARGENTO



Il titolo dell’argento destinato alla produzione di argenteria è stato 925/1000 (sterling standard) dal 1300 al oggi, con la sola eccezione del periodo compreso tra il 1697 ed il 1720 durante il quale è stato obbligatorio il britannia standard (958,4/1000). Dal 1720 il britannia standard diventa titolo opzionale, di fatto poco utilizzato.

Il britannia standard non è mai stato utilizzato in Scozia ed Irlanda anche se ciò fosse teoricamente possibile a seguito dell’unificazione con l’Inghilterra (in Scozia dal 1720 ed in Irlanda dal 1807).

Il titolo dell’argento utilizzato in Scozia è stato di 916,6/1000 (titolo minimo) dal 1457 al 1720.

I titoli 800 e 830 sono stati ammessi solo su oggetti importati come conseguenza della convenzione del 1976 modificata nel 1983. A seguito della riforma del 1999 è possibile utilizzare anche nel Regno Unito argento a titolo 800 e 999 (il titolo 830 è stato abolito in tutta Europa).

Per il conio sono state usate utilizzate leghe più povere dello sterling standard tra il 1542 ed il 1560, con un minimo nel 1551 un minimo di 3 once/libbra (250/1000).

                                     

                 Corona in argento Carlo II del 1676                                                                       Corona in argento Giorgio III del 1818

                           

                    Penny in argento Giorgio II del 1719                                                                   Scellino in argento Giorgio III del 1826

                                   

                  Scellino in argento Giorgio IV del 1826                                                           2 penny in argento Regina Vittoria del 1896

Dal 1720 al 1920 il titolo è lo stesso per conio e argenteria. Dal 1920 al 1948 (anno in cui l’argento non è più stato utilizzato per il conio) il titolo dell’argento era pari a 462,5 millesimi in lega con il manganese (lemonete realizzate con questa lega erano estremamente ossidabili ed annerivano rapidamente).

Nella seguente tabella sono riassunti i titoli dell'argento utilizzati, il loro impiego (conio o oreficeria) ed il periodo o periodi nei quali sono stati in vigore. Sebbene nel 1527sia rimasto in vigore il sistema di misura dalle Tower Pound (vedi Unità di misura anglosassoni) le tabelle sono state uniformate al al sistema Troy.

Once

Penniwheight

Millesimi

Nome

Utilizzo

Periodo

3

0

250,00

 

conio

1551

4

0

333,33

 

conio

1545-1548

5

11

462,5

 

conio

1920-1948

6

0

500,00

 

conio

1544 e 1549-1550

9

12

800,00

 

oggetti

1983-oggi (*)

9

19 e 1/5

830,00

 

oggetti

1983-1999 (*)

10

0

833,33

 

conio

1542-1543

11

0

916,67

 

conio

1553-1559 (**)

11

1

920,83

 

conio

1552

11

2

925,00

sterling

oggetti

1300-1696 e 1720 ad oggi

11

2

925,00

sterling

conio

1158-1541 e 1560- oggi

11

10

958,33

britannia

oggetti

1697-oggi (***)

11

19 e 3/4

999,00

 

oggetti

1999-oggi

(*) previsto solo dalle convenzioni del 1976 e 1983 sulla libera circolazione dei manufatti in alcuni paesi, ma non ammessi nel Regno Unito. Il titolo 800 è stato ufficializzato anche nel Regno Unito nel 1999.

(**) Il titolo 916,6 è stato utilizzato in Scozia dal 1457 al 1720. Lo stesso titolo è stato utilizzato per il conio in India in epoca vittoriana ed edoardiana.

(***) Obbligatoria dal 1696 al 1720, poi opzionale. Non utilizzato in Scozia ed Irlanda anche se l'uso era possibile dopo l'adesione al Regno Unito. Non applicabile alle convenzioni del 1976 e 1983 sulla libera circolazione dei manufattii.

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GLI STANDARD DELL'ORO



Il titolo dell'oro per oreficeria venne fissato nel 1300 da Edoardo I a 19,2 carati (il cosiddetto Touch of Paris) che restò in vigore fino al 1476 quando Edoardo IV lo portò a 18 carati. Nel 1575 viene introdotto il titolo a 22 carati.

Nel 1798 viene reintrodotto il titolo a 18 carati come opzionale a quello a 22 carati. Entrambi questi titoli resteranno in vigore fino ad oggi.

Nel 1854 vengono introdotti, per motivi commerciali legati all’export in America, i titoli 9, 12 e 15 carati. Dal 1933 gli standard diventano 9, 14, 18 e 22 carati.

L'oro destinato al conio ha un titolo di 24 carati dal 1300 al 1343, che poi diminuisce progressivamente fino a toccare un minimo di 20 carati tra il 1545 ed il 1548. Il titolo viene nuovamente innalzato subendo diverse variazioni, fino al 1626 quando viene reintrodotto il titolo a 22 carati che resta tale fino al 1933. Dopo questa data l'oro non è più utilizzato per il conio tranne che in  qualche caso particolare e per e monete coniate a fini commemorativi e collezionistici).

Nella seguente tabella sono riassunti i titoli dell'oro utilizzati, il loro impiego (conio o oreficeria) ed il periodo o periodi nei quali sono stati in vigore. Sebbene nel 1527sia rimasto in vigore il sistema di misura dalle Tower Pound (vedi Unità di misura anglosassoni) le tabelle sono state uniformate al al sistema Troy.

Carati

Grani

Millesimi

Utilizzo

Periodo

9

0

375,00

oggetti

1854-oggi

12

0

500,00

oggetti

1854-1930

14

0

585,00

oggetti

1930-oggi

15

0

625,00

oggetti

1854-1930

18

0

750,00

oggetti

1477-1574, 1798-oggi

19 e1/6

0

798,61

oggetti

1300-1476

20

0

833,33

conio

1545-1548(*)

22

0

916,67

conio

1509-1541, 1544, 1549, 1592-1599, 1604, 1626-1933

22

0

916,67

oggetti

1575-oggi

23

0

958,33

conio

1542-1543

23 e 3/4

0

990,00

oggetti

1999-oggi

23

3,5

994,79

conio

1344-1508, 1550-1591, 1600-1603, 1605-1625

23 e 39/40

0

999,00

oggetti

1999-oggi

24

0

1000,00

conio

1300-1343

(*) In vigore in Scozia dal 1457 al 1720 e occasionalmente utilizzato in Irlanda.

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DETERMINAZIONE DEL TITOLO DELL'ARGENTO E DELL'ORO



La determinazione del titolo di argento ed oro (touch o assay o parting se riferito a leghe argento-oro) era eseguita in giorni prestabiliti (da qui il termine diet che deriva dal latino dieta/giorno) tramite l’asportazione di un piccolo campione di metallo (scraping) ed aveva il costo di 1 penny per libbra di Ag (cosiddetto touch penny). Questo campione era conservato sotto chiave fino al momento dell’analisi, in un contenitore (died box) munito di serratura a più chiav, in dotazione a persone diverse per assicurare che la sua apertura venisse effettuata in presenza di più persone.

L’argentiere marcava l’oggetto non ancora finito e lo mandava al controllo del titolo. Il toccatore esaminava l’oggetto, valutando l’eccessiva presenza di saldature (l’aggiunta fino al 50% di Cu provoca poca variazione del colore dell’argento) e se l’oggetto fosse costituito da più pezzi (da marcare separatamente). Il caso di non conformità con il titolo richiesto la determinazione era ripetuta per atre due volte e nel caso di conferma della prima analisi, tagliato e restituito all’argentiere (in genere il titolo era lievemente superiore allo standard per evitare problemi).

In caso si sospettasse che l’oggetto fosse costituito da un metallo non nobile argentato, questo era tagliato e nel caso confiscato. Se in sospetto si rivelava falso l’argentiere veniva risarcito

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PIETRA DI PARAGONE


Il metodo più antico per saggiare l’oro è quello della pietra di paragone (touch stone). L’operazione veniva eseguita con il cosiddetto Lapis lidiae, un frammento di diaspro nero proveniente dalla Lydia. Verso la fine del XVIII secolo le bacchette d’assaggio erano prodotte da Josiah Wedgwood in ceramica nera.

Il saggio consisteva nel passare la bacchetta sull’oggetto così da produrre su di essa un piccolo deposito di lega che era trattata con acido nitrico per sciogliere l’argento ed il rame. La traccia rimanente si comparava con quella lasciata, nelle stesse condizioni, da 24 riferimenti (da 1 a 24 carati di oro) per ognuna delle possibili leghe argento/oro, rame/oro, rame/argento/oro.

Anche se questo metodo è stato applicato per la valutazione del titolo dell’argento, la sua applicabilità è dubbia e richiede una grande esperienza da parte dell’operatore. Per tale motivo, è stato ben sostituito, sembra già a partire dal 1300, con il metodo di coppellazione.

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COPPELLAZIONE


Questo antico metodo, citato per la prima volta dagli Egiziani in una tavoletta in caratteri cuneiformi risalente circa al 1360 AC e rappresenta, nella sua forma attuale, il metodo più preciso per il saggio dell’oro (norma ISO 11426, 1993, utilizzata dagli uffici del saggio di tutto il mondo).

Nella sua versione originaria questo metodo consisteva nel ricavare un campione di lega d’oro da esaminare di circa 8 grani per libbra (oggi se ne utilizzano 0,25 g, vedi Unità di misura anglosassoni). Dopo l’aggiunta di argento in quantità pari a 3 volte l’oro presente ed un’accurata pesata, il tutto veniva avvolto in un sottile foglio di piombo e posto in un crogiolo di cenere di ossa (oggi vengono utilizzati altri materiali quali l’ossido di magnesio). Il crogiolo era scaldato a 1100 °C in presenza di aria che ossida tutti i metalli presenti, che sono in massima parte assorbiti dal materiale poroso del crogiolo, ad eccezione di oro e argento. Il residuo era battuto con un martello per ottenerne una sottile lamina, e posto in bagno di acido nitrico diluito bollente per sciogliere l’argento. Dopo il trattamento finale con acido nitrico concentrato e calcinazione in crogiolo, l’oro (il solo metallo rimasto) era pesato e il titolo ricavato per confronto con la pesata iniziale.

Per l’argento si prelevava un campione da diverse parti del manufatto (4 grani per libbra con una tolleranza di ulteriori 4 grani) e si procedeva allo stesso modo, pesando il residuo prima del trattamento con acido nitrico diluito bollente

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TITOLAZIONE


Il metodo di coppellazione per la determinazione del titolo dell’argento è stato abbandonato a favore di una titolazione dopo dissoluzione della lega d’argento in acido nitrico, con una soluzione a titolo noto di tiocianato di ammonio o di potassio (metodo di Volhard) o di cloruro di sodio o di potassio (metodo di Gay-Lussac). Il punto finale della titolazione (punto di equivalenza) è evidenziato con l’utilizzo di indicatori colorimetrici (sali ferrici o cromato di potassio) che impartiscono una variazione di colorazione alla soluzione una volta che l’argento è stato completamente titolato e quando una sola goccia di titolante in eccesso è aggiunta.

Il metodo odierno è del tutto simile, ma utilizza ioni bromuro anziché cloruro ed una tecnica potenziometrica (misura della variazione di potenziale elettrochimico della soluzione) per l’individuazione del punto di equivalenza (fine della titolazione).

La precisione e l’accuratezza dei metodi citati è tale che ancora oggi non sono stati soppiantati da metodi più moderni quali la spettrofotometria di assorbimento atomico o di emissione a plasma e la fluorescenza di raggi X.

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NOTE


Il termine sterling  silver è utilizzato per la prima volta in Inghilterra nel XIII secolo, per identificare l’argento a titolo 925/1000 e sembra abbia assunto il suo significato nel corso di alcuni secoli (la prima menzione è col termine sterilensis nel 1078).

Esistono due teoria accreditate sull’origine del termine sterling:

* la prima teoria ne fa risalire l’origine al termine Easterling silver che identificava il titolo di una lega utilizzata per il conio in una zona della Germania denominata The Easterling, comprendente le 5 città della Germania orientale facenti parte della Hanseatic League (fondata nel XII secolo). Questa confederazione di città aveva sviluppato un considerevole scambio commerciale con l’Inghilterra e il pagamento di bestiame e grano di importazione era effettuato con monete locali realizzate in argento a titolo 925/1000, che possedevano ottime qualità meccaniche. Enrico II adottò questa lega di importazione per il conio delle monete inglesi a partire dal 1158. Il termine originale easterling sarebbe stato poi abbreviato in sterling;

* la seconda teoria ne fa risalire l’origine al fatto che il marchio impresso dalla zecca sul penny d’argento consisteva in una stella (star) e un piccolo storno o stornello (starling). Il termine Starling silver indicava quindi l’argento da conio e potrebbe essere stato trasformato nel tempo in sterling silver. E’ da notare che su alcuni antichi manufatti realizzati soprattutto in Irlanda può essere trovata impressa sia la scritta sterling che quella starling.

Il titolo britannia fu introdotto per contrastare la pratica di fondere monete per realizzare argenteria. Sebbene sia teoricamente possibili ottenere argento a titolo britannia miscelando argento puro e monete a titolo sterling, questo era in pratica quasi impossibile a causa della disomogeneità della lega risultante. La lega risultante doveva avere uno scostamento massimo dallo standard (remedy) pari a 2 pennyweghts/libbra dal 1601 al 1817, che scese poi a 1 e quindi a 0,04 durante il regno della Regina Vittoria.

Per l’oro il remedy era pari a 1/8 di carato nel 1345, a 1/6 di carato nel 1649, a 1/16 nel 1817, e a 1/500 dalla Regina Vittoria.

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