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IL SISTEMA DI MARCATURA DELL'ARGENTO E DELL'ORO NEL REGNO UNITO                                                                                                                                                                            


Marchi di garanzia

Marchio dell'argentiere

Lettera dataria

date letter

Marchi delle città

Town Mark

Marchi del dazio

duty mark

Marchi commemorativi

Jubilee mark

Oro e platino

marchi d'importazione

Il sistema attuale di marcatura


I MARCHI DI GARANZIA



La punzonatura degli oggetti in argento è una delle forme di garanzia più antiche messe in atto dall’uomo. In Inghilterra fino dal 1300 ogni oggetto in argento deve essere marcato. Il sistema si è evoluto nel tempo in maniera da poter "tracciare" l’intero processo di punzonatura ed in particolare in modo da poter sempre individuare la persona che ha provveduto al controllo del titolo ed alla relativa marcatura.

Nei tempi antichi la punizione per le frodi era l’esecuzione, ma ancora oggi la pena nel Regno Unito è significativa (fino a dieci anni di reclusione) in relazione al tipo di reato.

Il primo marchio di garanzia introdotto in Inghilterra è la testa di leopardo (leopard head) che, in origine, indicava che l’oggetto era conforme allo sterling standard, vale a dire al titolo di almeno 925/1000. Questo marchio veniva impresso su ogni oggetto sottoposto a verifica e risultato conforme, indipendentemente dal paese di origine (per dettagli sulla derivazione del termine sterling vedi Gli standard dell'argento e dell'oro). 

Nel XV secolo si diffuse la pratica, da parte della persona responsabile della marcatura di punzonare come conformi oggetti a titolo inferiore allo sterling standard, incassando compensi impropri per tale pratica. Questo creò molta apprensione in quanto gli oggetti di argento potevano essere trasformati in moneta semplicemente portandoli alle officine addette al conio che, a fronte delle presenza dei marchi di garanzia, non provvedevano ad ulteriori controlli. La necessità di preservare il titolo dell’argento da conio portò ad alcuni importanti cambiamenti: le operazioni di marcatura furono accentrate nella Goldsmith Hall di Londra, sede della Workshipful Company of Goldsmiths, (la corporazione londinese degli argentieri ed orafi) e poste sotto stretto controllo di un Assay Master, da qui il termine Hallmarks per indicare le punzonature.

Nel 1544 Enrico VIII spostò le operazioni di marcatura degli argenti dalla Goldsmith Hall e la pose sotto il diretto controllo della corona. A dimostrazione di ciò venne introdotto un marchio aggiuntivo, che certificava il controllo reale sul titolo dell’argento, costituito da un leone che cammina con il volto rivolto a sinistra (leone passante o lion passant). Sebbene il controllo del titolo passò di nuovo alla Goldsmith Hall nel 1550, il nuovo marchio venne mantenuto e diventò presto il simbolo di garanzia del titolo sterling dell’argento in luogo della testa di leopardo. Quest’ultimo non venne però abbandonato ed acquistò il significato di town mark dell’ufficio di controllo (Assay Office) della città di Londra.

La testa di leopardo è stata incoronata fino al 1820. Altri centri minori hanno utilizzato questo marchio unitamente ai propri nel corso del XVIII e XIX secolo. 

Dal 1544 al 1549 il leone passante è incoronato e dal 1820 (almeno a Londra) non è più guardant, vale a dire non ha più lo sguardo rivolto verso chi l’osserva. In Scozia in luogo del leone passante è stato utilizzato il leone rampante (lion rampant): a Glasgow dal 1819 al 1964 (anno di chiusura dell’Ufficio di Controllo) ed a Edimburgo dal 1975 al 1999. Inoltre in Scozia è stato utilizzati il thistle (cardo) tra il 1759 al 1975 ad Edimburgo. In Irlanda il simbolo dell’argento sterling è rappresentato dall’arpa incoronata (crownwd harp), il cui uso sistematico risale al 1637

Nel 1697, per contrastare la pratica sempre più diffusa di fondere monete per coprire la crescente domanda di argenteria, il titolo dell’argento non destinato al conio fu innalzato a 958,4/1000 (il cosiddetto britannia standard o high standard): una figura di donna (Britannia) fu introdotta per indicare la garanzia del titolo in luogo del leone passante ed il simbolo della città di Londra fu sostituito con la figura araldica della testa di leone tagliata (lion head erased). In concomitanza gli argentieri dovettero registrare nuovi marchi.

La testa di leone tagliata ha accompagnato la britannia per indicare il titolo dell'argento a 958,4/1000 marcato a Londra fino al 1999. Da questa data anche per il britannia standard è stato utilizzata la testa di leopardo che diviene marchio opzionale non obbligatorio 1999.

Il britannia standard venne usato in Inghilterra (anche come titolo opzionale) ma mia in Irlanda, Scozia e (almeno prima del 1701) negli uffici di controllo di provincia che, a seguito di questa nuova legge non potevano di fatto più marcare gli argenti (vedi Uffici di provincia). Qualche confusione può sorgere per gli oggetti marcati in Irlanda in quanto un simbolo analogo alla britannia (chiamato Hibernia, dall'antico nome dell'isola) è stato utilizzato dal 1730 al 1807 quale duty mark, divenendo poi il simbolo della città di Dublino con l’armonizzazione delle marcature a seguito l’annessione dell’Irlanda al Regno Unito.

Lo sterling standard fu reintrodotto nel 1720 tornando al vecchio sistema di marchi (testa di leopardo e leone passante) e obbligando gli argentieri a registrare nuovamente i propri marchi con le iniziali del nome e del cognome anziché le prime due lettere del cognome. Il britannia standard non venne però abolito ma restò facoltativo e venne utilizzato (sempre più raramente) per oggetti di particolare pregio o copie di pezzi antichi.

Per approfondimenti sul Britannia Standard vedi l'articolo:

Britannia silver standard hallmarks in Great Britain (solo in Inglese)

 

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Testa di leopardo incoronata su un oggetto in argento del XV secolo: garanzia dell'argento a titolo sterling fino al 1544

Leone passante: garanzia dell'argento a titolo sterling dal 1544 al 1999 (dopo tale data è opzionale e la garanzia del titolo è il titolo stesso in millesimi)

Sopra: sguardo rivolto verso chi l’osserva, in uso prima del 1820 (Londra) e 1975 (Birmingham and Sheffield)

Sotto: sguardo rivolto in avanti, in uso dal 1820 (Londra),  e 1975 (Birmingham and Sheffield)

Leone rampante in uso in Scozia: a Glasgow dal 1819 al 1964 ed a Edimburgo dal 1975 al 1999, in luogo del leone passante

    

Thistle (cardo) in uso in Scozia ad Edimburgo dal 1759 al 1975 in luogo del leone passante

 

Arpa incoronata utilizzata dal 1637 per indicare lo sterling standard in Irlanda

            

Britannia, utilizzato per indicare il titolo 958,4 millesimi (unico previsto dal 1696 al 1720 e poi facoltativo)


I MARCHI DEGLI ARGENTIERI



La cattiva pratica di eludere la legge sul titolo minimo dell’argento, nonostante la severità della pena prevista, portò nel 1360 all’obbligo di apporre anche il marchio dell’argentiere o del suo negozio (maker mark o sponsor mark come oggi si usa definire).

Nel XIV e XV secolo, a causa del dilagante analfabetismo i marchi erano costituiti prevalentemente da simboli o attrezzi e, raramente, da rebus dai quali era possibile risalire al nome dell’argentiere. A partire dal XV secolo cominciò a diffondersi l’uso di marchi indicanti in nome dell’argentiere: in principio il marchio era costituito dalle iniziali dell'argentiere, ma durante il periodo del britannia standard (1696-1720) questo era formato dalle prime due lettere del cognome (pratica che ha creato non pochi problemi nell’identificazione degli argentieri). A partire dal 1720 con la reintroduzione dello sterling standard tutti gli argentieri dovettero registrare nuovi marchi costituiti dalle iniziali del nome e del cognome. In epoca più recente i marchi si complicheranno indicando, in caso di imprese, i vari argentieri consociati.

Esempio di marchio composto da un simbolo (Robert Durand?) su un oggetto marcato  Londra 1565

Per  una selezione di marchi dei più importanti e noti argentieri inglesi vedi Argentieri.

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Esempio di marchio  costituito dalle prime due lettere del cognome in uso durante il periodo del britannia standard, dal 1696 al 1720 (Paul de Lamerie)

Esempio di marchio dell’argentiere costituito da dalle iniziali  in uso dopo 1720 (Paul de Lamerie)


LETTERA DATARIA



Nel 1478 venne introdotto un terzo marchio costituito da una lettera dell’alfabeto diversa di anno in anno (la cosiddetta lettera dataria o date letter), da sostituirsi nel mese di maggio di ogni anno. Ciò non aveva il mero scopo di poter datare l’oggetto ma quello più pratico di poter identificare in maniera certa l’Assay Master in carica in quella data e di poterlo quindi perseguire penalmente in caso di accertata frode.

A Londra si sono utilizzate solo 20 lettere dell’alfabeto anglosassone (escluse J, W, X, Y e Z); a Birmingham tutto l’alfabeto; a Sheffield ed Edimburgo tutte tranne la J. Inoltre dall’anno di apertura dell’Assay Office (1773) fino al 1824 a Sheffield la successione delle lettere era casuale. Per quasi tutto il XVIII secolo a Glasgow è stato sospeso l’utilizzo sistematico della lettera dataria.

Il carattere della lettera (quello che oggi si chiama font) veniva cambiato ad ogni ciclo alternando anche l’uso di lettere maiuscole e minuscole e sostituendo spesso la forma del riquadro che contiene la lettera dataria, così da escludere l’utilizzo della stessa coppia lettera-riquadro nell’arco di vita dell’ Assay Master in carica.

Nel 1975 la lettera dataria è stata unificata per tutti e quattro gli uffici di controllo ancora operanti in quella data nel Regno Unito (Londra, Birmingham, Sheffield ed Edimburgo), con il cambio della lettera non più a maggio ma a gennaio.

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Londra 1697

Londra 1758

Londra 1792

Londra 1838

Londra 1908


I MARCHI DELLA CITTA'



Quasi contemporaneamente all’obbligo della punzonatura del marchio dell’argentiere, nel 1478 si cominciò ad apporre il marchio della città nella quale l’argentiere stesso era registrato e dove, quindi, venivano posti i punzoni. Il town o assay mark coincideva spesso con lo stemma cittadino ed era d’aiuto nell’identificazione dell’argentiere.

 

 

Testa di leopardo incoronata, in uso come marchio di Londra dal 1550 (eccetto dal 1696 al 1720). Dopo il 1820 è senza corona 

Testa di leone tagliata, in uso come marchio di Londra. Obbligatorio dal 1696 al 1720 

 

Esempi di marchi di vari uffici di controllo. Da sinistra a destra: Birmingham, Chester, Exeter, Newcastle, Sheffield, Edimburgo, Glasgow, Dublino

Per altri marchi delle città vedi Uffici di Controllo

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I MARCHI DEL DAZIO


Nel 1720, in concomitanza con la reintroduzione dello sterling standard e nell’intento di limitare la crescente domanda di argenteria, fu introdotto per la prima volta un dazio sugli argenti pari a 6 penny/oncia (vedi Unità di misura anglosassoni). L’introduzione del dazio provocò una forte reazione degli argentieri in quanto incideva pesantemente sul costo degli oggetti. In realtà l’incidenza percentuale sul costo dell’argento era di poco inferiore al 10%, ma considerando l’elevato costo del metallo grezzo (vedi Il valore dell’argento nel tempo) la cifra era comunque considerevole in valore assoluto. Come reazione molti argentieri posero in atto sistemi di evasione del dazio che si traduce nella presenza sul mercato di oggetti "contraffatti": in realtà questa pratica (denominata duty dodging) non è una vera e propria contraffazione anche se si tratta di una pratica illecita (vedi Le frodi)

Il dazio sugli argenti fu abolito nel 1757 sulla scorta delle lamentele degli argentieri e, soprattutto, della difficoltà di accertarne l’avvenuto pagamento. Contestualmente veniva istituita una tassa sulla produzione e vendita di argenteria pari a 40 scellini/anno. Nel 1759 fu introdotta un’esenzione dalla tassa per produzione di oggetti contenenti fino a 2 pennywheight per l’oro ed a 5 per l’argento, mentre era portata a 5 sterline/anno per quantità di argento superiori a 30 once e di oro superiori a 2 once.

Dal primo dicembre 1784 fu reintrodotto il dazio sui metalli preziosi (8 scellini/oncia per l’oro e 6 penny/oncia per l’argento), ma con una motivazione del tutto diversa da quella del 1720: i proventi del dazio, da pagarsi al momento del controllo del titolo e versati giornalmente alla corona dall’ufficio di controllo, erano infatti destinati a finanziare i costi della guerra di secessione americana (è curioso tuttavia osservare che il dazio fu mantenuto fino al 1890).

Contestualmente, il costo della licenza per la produzione ed il commercio di argenteria fu portato a di 2 sterline e 6 scellini o a 2 sterline e 15 scellini, in dipendenza del tipo di attività. Sugli oggetti esportati (soprattutto casse di orologio, esentate dal dazio a partire dal 1797) era previsto il recupero del dazio.

Il dazio doveva essere pagato anche sugli oggetti che i proprietari facevano riadattare dagli argentieri per conformarli alla moda corrente (vedi Le frodi): oltre all’obbligo di marcatura delle parti aggiunte, dal 1797 venne imposto il pagamento del dazio sulle sole aggiunte, se inferiori ad 1/3 del peso iniziale, o sull’intero oggetto considerato come nuovo, se superiori a 1/3 del peso iniziale. Dallo stesso anno il dazio sugli argenti viene raddoppiato (quello sull’oro resta inalterato). Ulteriori ritocchi avvengono nel 1803 (il dazio sull’oro è portato a 16 scellini per oncia e quello sull’argento a 1 scellino e 3 penny per oncia), nel 1814 (il dazio sull’oro passa a 17 scellini per oncia e quello sull’argento a 1 scellino e 6 penny per oncia. Un’idea dell’incidenza del dazio sul costo dell’argento grezzo (attualizzato al valore in Euro del 2004) si ha nel seguente grafico.

Nel 1812, 1820 e 1833 vennero introdotti sistemi di recupero del dazio sugli oggetti esportati (tranne anelli e oggetti in oro di peso inferiore a 2 once). Nel 1842 viene introdotto l’obbligo di marcatura degli oggetti importati (a partire dal XIX secolo) ed il relativo pagamento del dazio.

Nel 1867 l’imposta sulla produzione ed il commercio dei metalli preziosi è portata a 2 sterline 6 scellini per anno per produzioni tra 2 pennyweights e 2 oncie di oro e tra 5 pennyweights e 30 once di argento. Per produzioni maggiori la tassa è 5 sterline 15 scellini per anno.

Dal 1784, allo scopo di comprovare l’avvenuto pagamento del dazio, venne imposto un nuovo marchio (duty mark) costituito dal profilo del sovrano regnante.

I duty mark che si possono trovare sugli oggetti in argento raffigurano quindi Georgio III (dal 1784 al 1820), Giorgio IV (dal 1821 al 1830), Guglielmo IV (dal 1831 al 1836) e la Regina Vittoria (dal 1837 al 1890 data alla quale il dazio fu definitivamente abolito). Tutti questi marchi, tranne quello della Regina Vittoria, mostrano il profilo rivolto verso destra Fa eccezione il marchio di Giorgio III utilizzato dal 1° dicembre 1784 al 30 aprile 1785 (in cosiddetto incuse) che mostra il profilo rivolto a sinistra. Per nove mesi, tra il dicembre 1784 ed il luglio 1785 è stato in uso un marchio (anch'esso impresso e non in rilievo) di scarico del dazio per gli oggetti esportati, raffigurante la figura eretta della britannia. Il marchio veniva impresso a lavoro finito producendo non pochi danni sugli oggetti sottoposti a questa punzonatura ed è questo il motivo per il quale è stato presto dismesso (dal 1785 il rimborso del dazio veniva operato sulla base della lettera di vendita).Questo marchio è probabilmente il più raro tra da ritrovare sugli argenti inglesi.

Questi marchi aiutano molto nella corretta datazione degli argenti, soprattutto in presenza di punzonature incomplete, marchi poco visibili e di lettere datarie simili. Tuttavia, anche se le differenze tra i primi tre marchi (Giorgio III, Giorgio IV e Guglielmo IV) esistono, queste risultano spesso poco evidenti soprattutto se i marchi sono poco leggibili o non perfettamente impressi.

In Irlanda il dazio è stato introdotto nel 1730 e per attestarne l'avvenuto pagamento doveva essere impresso sugli oggetti un particolare marchio (Hibernia). Questo marchio è stato utilizzato dal 1730 al 1807, quando è stato sostituito dal profilo del sovrano regnante come per gli argenti marcati in Inghilterra e Scozia. L’uso dell’Hibernia come duty mark non era tuttavia coperto da precise imposizioni di legge, cosicché molti argentieri ne approfittarono ponendo essi stessi il marchio ed evitando di pagare il dazio. Al problema si pose rimedio sia sostituendo con frequenza la forma dell’Hibernia utilizzata, sia, verso il 1770, regolando per legge la marcatura.

Per tutto il periodo di utilizzo del duty mark (1784-1890) gli oggetti erano marcati con 5 differenti punzoni: marchio dell’argentiere, ufficio di controllo, lettera dataria, leone passante (o britannia nel caso del titolo a 958,5/1000) e bollo del dazio). Fanno eccezione alcuni piccoli oggetti che possono non riportare il marchio della città o il bollo del dazio e le parte mobili e staccabili di pezzi marcati (es. i coperchi delle teiere e caffettiere) che presentano serie ridotte di marchi (il marchio di garanzia del titolo deve comunque essere sempre presente, anche se esistono casi documentati di mancanza sistematica di marchi su particolari oggetti ed in particolari epoche). Inoltre a Londra tra il 1790 ed il 1820 la testa di leopardo veniva spesso omessa su posate e su piccoli oggetti in genere. Una curiosità di interesse collezionistico è il doppio bollo del dazio impresso dall’ufficio di controllo di Birmingham nel 1797 in occasione del raddoppio dell’accisa.

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Hibernia, utilizzata in Irlanda quale bollo del dazio dal 1730 e come simbolo della città di Dublino dal 1807

Bollo del dazio durante il regno di Giorgio III (1784-1785)

Bollo del dazio durante il regno di Giorgio III (1785-1820)

Bollo del dazio durante il regno di Giorgio IV (1821-1830)

Bollo del dazio durante il regno di Guglielmo IV (1831-1836)

Bollo del dazio durante il regno della Regina Vittoria (1837-1890)

Marchio di recupero del dazio (duty drowback mark) in uso  tra il dicembre 1784 ed il luglio 1785


I MARCHI COMMEMORATIVI


Nel XX e XXI secolo sono stati approvato come opzionali alcuni marchi commemorativi (jubilee mark), anche questi raffiguranti il profilo del sovrano regnante, da non confondersi con il duty mark. Questi sono stati utilizzati nel 1936/7 (25° anniversario dell’incoronazione di Giorgio V); nel 1953/4 (incoronazione della Regina Elisabetta II); nel 1977 (25° anniversario dell’incoronazione di Elisabetta II) e 750° anniversario del riconoscimento ufficiale da parte della corona d’Inghilterra della Goldsmiths' Company); nel 2002 (50° anniversario dell’incoronazione di Elisabetta II). Nel 1999/2000 è stato utilizzato un marchio speciale per il nuovo millennio (una croce con impresso il numero 2000).

Marchio del millennio (1999/2000)

Sugli argenti irlandesi è possibile trovare marchi commemorativi diversi da quelli utilizzati nel Regno Unito dopo l'atto di indipendenza dell'Irlanda (jubilee mark del cinquantesimo anniversario dell'a rivoluzione nel 1966; commemorazione dell'entrata dell'Irlanda nell'UE nel 1973; 350° anniversario della corporazione degli orafi ed argentieri nel 1987; millennio della città di Dublino nel 1988); commemorazione del millennio nel 1999/2000.

Marchio commemorativo del cinquantesimo anniversario della rivoluzione irlandese su un oggetto marcato Dublino 1966. Questo machio è stato impresso tra il primo gennaio ed il 31 dicembre 1966 su un numero totale di pezzi pari a 34715.

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Per approfondimenti vedi gli articoli:

I marchi commemorativi Britannici ed Irlandesi (parte prima)

I marchi commemorativi Britannici ed Irlandesi (parte seconda)

Marchio opzionale del Giubileo di Giorgio V (1936/7)

Marchio opzionale  dell’incoronazione di Elisabetta II (1953/54)

Marchio opzionale del giubileo di Elisabetta II (1977)

Marchio opzionale del giubileo di Elisabetta II (2002)


IL SISTEMA ATTUALE DI MARCATURA


Come conseguenza dell'adesione del Regno Unito alla UE sono stati ufficializzati anche i titoli 800/1000 e 999/1000. In aggiunta il simbolo della città di Sheffield è stato cambiato con l’utilizzo di una rosa (la cosiddetta rosa Tudor) in luogo della corona (per evitare confusione con il marchio utilizzato per l'oro).

Gli oggetti devono ora essere punzonati con il marchi identificativo del titolo del metallo (leone passante per l'argento sterling marcato in Inghilterra, britannia per l'argento a titolo 958,4/1000, leone rampante per l'argento sterling marcato ad Edimburgo, corona per l'oro e sfera con croce per il platino), con la lettera dataria (che è ora uniformata nei 4 Uffici di Controllo del Regno Unito) e con il marchio dell'ufficio di controllo (ancora per Birmingham, rosa Tudor per Sheffield, Castello per Edimburgo e testa di leopardo per Londra).

Dal 1999 il sistema di marcatura è stato ulteriormente modificato. Il leone passante (ora marchio comune anche ad Edinburgo dove sostituisce il leone rampante) e la lettera dataria rimangono in uso ma diventano opzionali, mentre restano obbligatori il marchio dell'Ufficio di Controllo (per londra uniformato alla testa di leopardo anche per il britannia standard), il marchio dell’argentiere (ora chiamato sponsor mark) ed il titolo dell’argento in numeri arabi racchiuso in un ovale.

Titolo tradizionale

Titolo in millesimi

Marchio
di garanzia

Marchio Convenzionale

 

800

Sterling

925

Britannia

958

 

 

999

Marchi di garanzia in uso dal 1999

Per dettagli sull’attuale sistema di marcatura premi qui.

I testi (in lingua inglese due atti sono reperibili ai link):

Hallmarking act del 1973 (in vigore dal 1975)

Hallmarking act del 1998 (in vigore dal 1999)

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I MARCHI DELL’ORO E DEL PLATINO


L’oro (a titolo 19, 5, poi 18 ed infine 22 carati) è stato marcato come l’argento fino al 1798, con la sola differenza che è sempre stato utilizzato il leone passante, anche nel periodo di obbligo dell’utilizzo del britannia standard per l’argento. Con l'introduzione di un ulteriore titolo dell'oro (18 carati) nel 1798, gli oggetti in oro a 18 carati venivano marcati con un numero pari ai carati ed una corona (da non confondersi con il bollo della città di Sheffield). La corona era solitamente posta al di sopra del numero, ma non è raro trovare i due marchi distinti l'uno accanto all'altro. L'oro a 22 carati è stato marcato in questo modo solo dal 1844, ma sempre con i due marchi (corona e numero 22) posti l'uno accanto all'altro.

Dal 1816 al 1844 è stato in uso, almeno a Londra e per l’oro a 22 carati, un raro marchio raffigurante il sole.

Nel 1854 vengono introdotti per motivi commerciali legati all’export in America i titoli 9, 12 e 15 carati. Dal 1933 gli standard diventano 4 (9, 14, 18 e 22 carati).

I marchi sono costituiti dal numero dei carati e dal titolo in unità (es. 14 e .585 per l'oro a 14 carati).

Marchio su un oggetto in oro a 9 carati portante i bolli di Birmingham del 1899

                                                                                          

 

 

 

 

Selezione di marchi utilizzati per l'oro                                                             Marchi per l'oro  a 9, 14, 18 e 22 carati (dal 1975)

1  19 1/5 carati (1300-1476) e 18 carati (1477-1544)

2  18 carati (1544-1574) e 22 carati (1575-1843)

3  18 carati (1798-1974)

4  22 carati (1844-1974)

5  15 carati (1854-1931)

Nel 1973 (con effetto dal 1975) è introdotta la marcatura del platino a 950/1000 (una sfera con una croce racchiuse in un pentagono). L’oro è ora marcato con una corona ed il titolo in millesimi.

Nel 1999 il sistema viene ulteriormente modificato in accordo con la seguente tabella

Titolo tradizionale

Titolo in millesimi

Marchio di garanzia

Marchio Convenzionale

ORO

9 Carati

375

14 Carati

585

18 Carati

750

22 Carati

916

 

 

990

999

PLATINO

 

850

 

900

950

999

 

I marchi convenzionali sono riconosciuti in tutti i paesi aderenti alla convenzione del 1976 e modificata nel 1983 (Austria, Finlandia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Portogallo, e Regno Unito) senza ulteriore necessità di verifica del titolo. Dal 1999 la convenzione si applica anche a Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Olanda.

I marchi obbligatori sono quello dell'argentiere, il titolo in millesimi (o il marchio convenzionale) e quello dell'Ufficio di controllo (ancora per Birmingham, rosa Tudor per Sheffield, Castello per Edimburgo e testa di leopardo per Londra). Sono opzionali il vecchio marchio di garanzia (corona per l'oro e sfera con croce per il platino) e la lettera dataria.

Una trattazione più approfondita dei vari standard dell'argento e dell'oro utilizzati nel tempo è riportata in Gli standard di argento e oro

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I MARCHI DI IMPORTAZIONE


Gli oggetti importati nel Regno Unito devono essere verificati per la conformità del titolo dal 1842 (con eccezione degli oggetti di epoca anteriore all’800), ma solo nel 1883 venne imposto di aggiungere alla comune serie di marchi una "F" per indicarne la provenienza straniera (dal termine inglese foreign). Da questa regola erano esclusi gli oggetti per uso privato o piccoli oggetti per i quali la marcatura può risultare impossibile o deturpante).

La presenza della F poteva tuttavia creare problemi con la datazione dell’oggetto, in quanto molto simile ad una lettera dataria, così che nel 1904 il sistema è stato completamente riformato con l’introduzione di marchi speciali per ogni Ufficio di controllo, il titolo in unità dell’argento in numeri arabi (es. .925 per lo sterling) racchiuso in un ovale (un quadrato per l’oro) e la lettera dataria corrente. Alcuni dei simboli prescelti (come quello del sole utilizzato a Londra), sono stati sostituiti, per problemi di possibile confusioni con marchi di fabbrica registrati, nel 1906

La seguente tabella riporta i marchi utilizzati dai vari Uffici di controllo all’epoca operativi.

Ufficio

 simbolo dal 1904

 simbolo

 simbolo dal 1906

 simbolo

Londra

 sole

 

 costellazione del leone      

 

Birmingham

 triangolo

 

 

 

Chester

 ghianda e due foglie

 

 

 

Sheffield

 frecce incrociate

 

 costellazione della Lira

 

Edimburgo

 croce di S. Andrea

 

 

 

Glasgow

 mitra di vescovo

 doppia lettera F invertita

Dublino

 trifoglio

 boujet (derivazione non nota)

Nel 1976 è stato siglato un accordo tra Austria, Finlandia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Portogallo, e Regno Unito per l’import/export di oggetti realizzati in metallo prezioso (argento, oro e platino), che è poi stato rivisto ed integrato nel 1983.

Viene adottato un marchio comune costituito da una bilancia racchiusa in un punzone dai contorni diversi a seconda del metallo considerato e riportante il titolo in millesimi.

Marchi convenzionali in vigore dal 1976 in Austria, Finlandia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Portogallo, e Regno Unito e dal 1999 in Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Olanda,  riconosciuti in tutti questi stati. Da sinistra a destra: marchio utilizzato per l'argento, per loro e per il platino

Vengono comunque mantenuti e riconosciuti i marchi dei vari paesi aderenti all’accordo. In aggiunta sono previsti marchi particolari (un martello con con la cifra I o II in carattere romano posta in diverse posizioni a seconda dell'Ufficio di controllo) per gli argenti prodotti nel Regno Unito destinati all’esportazione nei paesi aderenti all’accordo, e per questo realizzati con argento ai titoli 800 o 830, non previsti nella regolamentazione nazionale del Regno Unito.

Con la regolamentazione del 1999 il titolo 830/1000 per l'argento viene abolito mentre vengono ufficializzati il titolo 800 e 999 millesimi.

Sugli oggetti importati, marcati con il marchio convenzionale, pur non essendo obbligatoria nessuna ulteriore marcatura, possono essere punzonati il marchi opzionale del metallo (leone passante per l'argento sterling marcato in Inghilterra, britannia per l'argento a titolo 958,4/1000, leone rampante per l'argento sterling marcato ad Edimburgo, corona per l'oro e sfera con croce per il platino), la lettera dataria ed il marchio di importazione dell'ufficio di controllo (quello in vigore dal 1906).

Per approfondimenti vedi Regolamentazione 1983

Marchio di importazione (Londra 1895) in uso dal 1883. Notare la lettera F che indica che l’oggetto è stato importato

Marchio di importazione di Chester del 1909. L’oggetto  riporta anche il marchio di Bertold Muller (BM), famoso importatore di argenti tedeschi con base a Londra ma operativo soprattutto a Chester

Marchio d'importazione di Londra del 1906 in uso dal 1906.

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