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  menustoria

Dal mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV secolo d.C.)

Il Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo)

Il Gotico (XIII - XIV secolo)

Il Rinascimento ed il Manierismo (XV - XVII secolo)

Il Barocco (1600-1725)

Il Rococò (1725-1760)

Il Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)

Lo stile Regency (1790 – 1830)

Il periodo vittoriano (1830 - 1880)

Il movimento Arts & Craft (1880-1920)

l' Art Nouveau (1880 – 1920)

L’Art Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)

Sintesi cronologica degli stili

I revival del XIX secolo


Lo stile Regency in Inghilterra (1790 – 1830)



Da un punto di vista storico il termine Reggenza indica la supplenza al trono di Inghilterra del Principe di Galles (futuro Giorgio IV), a seguito della pazzia del padre Giorgio III, che coprì il periodo tra il 1811 ed il 1820.

Riguardo alla storia dell’arte, tuttavia, tale periodo tende ad essere espanso includendo l’intera influenza sulle arti di Giorgio IV che ha formalmente inizio con la commissione all’architetto Henry Holland della costruzione di Carlton House a Brighton. Il periodo normalmente considerato va dal 1890 alla morte di Giorgio IV nel 1830, e, di fatto include una serie diversa che sono gli equivalenti inglesi dei francesi tardo Luigi VI, Direttorio, Impero e Restaurazione.

Giorgio IV non era tuttavia molto popolare e le sue tendenze stilistiche come il misto di cineseria ed indianeria nel Pavillon di Brighton, ed il riassetto in chiave romantica neogotica della castello di Windsor vennero pesantemente criticati e ridicolizzati. Nonostante ciò il suo influsso sull’arte inglese fu innegabile.

Sul finire del XVIII secolo lo stile di Adam stava muovendosi verso una maggiore severità e solidità, facendosi sentire già nei primi anni dell’XIX secolo anche sull’argenteria domestica. Gli argentieri, per salvaguardare le loro lavorazioni artigianali, rispetto a quelle fatte a macchina, optarono per l’introduzione di abbondanti motivi floreali e pesantemente lavorati a sbalzo, nell’idea che questi motivi di scarsa simmetria fossero più difficili da riprodurre con le macchine. Il fatto poi che gli argenti diventino più massicci aveva anche una giustificazione di tipo commerciale, in quanto il prezzo della lavorazione era un semplice ricarico percentuale sul prezzo dell’argento grezzo: a parità di lavorazione, quindi, più l’oggetto pesava più saliva il il margine di guadagno per l’argentiere.

L’ispirazione era sempre di gusto neoclassico, ma gli oggetti venivano riprodotti in maniera estremamente realistica e fedele agli originali, riproducendone spesso anche la venatura delle parti marmoree consunte dal tempo, segno anche che i modelli a cui ci si ispirava erano e vasi di terracotta ed i fregi marmorei più che gli oggetti dell’argenteria classica.

Ritornano di moda figure a tutto tondo, raramente impiegate nel periodo neoclassico. I supporti dei candelieri erano realizzati con cariatidi o figurine di soldati (è questo un periodo di grandi battaglie in Europa) e alcune prodotte zuppiere erano sorrette da elefanti. Sontuose sculture e trofei furono commissionate tra il 1800 ed il 1830 dal Duca di York, fratello di Giorgio IV.

Nonostante la sfarzosità molti pezzi erano destinati all’uso domestico, ma la moda del presentation silver, vale a dire di oggetti ad uso puramente cerimoniale o decorativo stava ormai sempre più prendendo piede.

Il gusto per le antichità ancora molto forte produsse un revival contemporaneo, in chiave archeologica, di molti stili storici. Si riaccende il gusto per la cineseria ed i motivi di derivazione egizia, del Barocco, degli stili del Rinascimento e del periodo gotico, il tutto invaso da un neonato naturalismo.

Il Rococò si riafferma a partire dai primi anni del XIX secolo con un primo apice nel 1810, per poi trasformarsi nello stile più rozzo caratteristico degli anni 20 e 30 e ,soprattutto del periodo vittoriano: nessun oggetto, piccolo o grande che sia viene risparmiato dalle decorazioni rococò.

Paul Storr, il maggiore argentiere del periodo, realizzò molti servizi da tavola, zuppiere, piatti per frutta e candelieri, ma anche piccoli lavori oggi molto ricercati dai collezionisti.

Benjamin Smith, uno dei pochi rivali di Storr dal punto di vista artistico e dell’esecuzione tecnica, fu abilissimo nei lavori minuti con una squisita precisione nei dettagli.

Sul finire del XIX secolo e sulla scia della Rivoluzione Industriale compare la figura dell’imprenditore e tra questi spiccano Philip Rundell che si mise ben presto in società con l’artigiano e disegnatore John Bridge.

Sponsorizzati dal Principe di Galles, Rundall Bridge & Rundall, argentieri reali dal 1804, videro aumentare esponenzialmente le committenze di personaggi importanti e si dotarono di un notevole numero di argentieri, cesellatori e disegnatori (il numero dei collaboratori raggiunse il migliaio). Tra questi J.J. Boileau, di origine francese, ripropose nel 1800 un austero stile greco, tipico della Francia nell’epoca pre-rivoluzionaria. Alcuni suoi disegni furono utilizzati da Paul Storr (il più grande argentiere inglese di XIX secolo), che lavorò per Rundall Bridge & Rundall dal 1807 al 1819, susseguendo nella direzione dell’officina a Benjamin Smith, autore con Storr dei famosissimi "vasi di trafalgar", disegnati dallo scultore John Flaxman e donati a Nelson ed ai suoi ufficiali in riconoscenza delle sue imprese) e Digby Scott. Nel 1813 fu assunto come capo modellatore il pittore e scultore William Theed.

Intanto Wakelin & Garrard, che diventeranno poi argentieri reali, continuarono a produrre argenteria semplice e lineare per buona parte della nobiltà, sebbene non mancarono di realizzare sontuosi pezzi alla moda. Inoltre, ditte meno importanti ma rinomate, come i successori di Hester Bateman, realizzarono argenteria di buon livello per clienti meno esigenti.

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