Gurt Menu

 


  menustoria

Dal mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV secolo d.C.)

Il Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo)

Il Gotico (XIII - XIV secolo)

Il Rinascimento ed il Manierismo (XV - XVII secolo)

Il Barocco (1600-1725)

Il Rococò (1725-1760)

Il Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)

Lo stile Regency (1790 – 1830)

Il periodo vittoriano (1830 - 1880)

Il movimento Arts & Craft (1880-1920)

l' Art Nouveau (1880 – 1920)

L’Art Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)

Sintesi cronologica degli stili

I revival del XIX secolo


Il Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)



Per tutti gli anni 60 e 70 del XVIII secolo in Francia e in Inghilterra il Rococò convisse con il nascente stile neoclassico. L’amore per il classicismo si diffuse soprattutto in seguito ai gran tour (della durata di alcuni anni) in Italia (e più di rado in Grecia) di molti artisti e dei giovani di buona famiglia, che portarono a ritrovare nelle nette ed austere linee classiche della Roma e Grecia antiche e del periodo Etrusco, un nuovo impulso di creatività e la risposta al desiderio di ordine e simmetria che il Rococò aveva negato.

Il nuovo stile si impose In Francia nell’architettura, prima che negli arredi e, infine nell’argenteria. Cominciarono ad essere pubblicati cataloghi di disegni di modelli, soprattutto vasi, anfore ed urne, di epoca romana e greca, ma anche modelli presi dal rinascimento e dal manierismo costituirono punti di riferimento per gli argentieri. Gli scavi di Pompei nel 1755 ed i volumi dedicati alle antichità greche e romane diedero un ulteriore impulso a questo ormai inarrestabile processo, portando alla luce anche i motivi ornamentali classici.

L’affermarsi del Neoclassicismo in Inghilterra coincide incidentalmente con l’ascesa al trono di Giorgio III (1760) ed un clima di generale fiducia ed ottimismo che si ripercosse positivamente sullo sviluppo delle arti. In quella data Robert Adam aveva già concluso il suo gran tour in Italia, dove aveva anche avuto occasione di visitare i recentissimi scavi di Pompei ed Ercolano, e subito si impose come architetto ed arredatore, tanto che il suo nome divenne sinonimo di questo nuovo stile da lui elaborato. Anche se solo alcuni tra le migliaia di disegni realizzati da Adam sono dedicati all’argenteria (e mai direttamente commissionati da argentieri), l’influsso sull’arte argentiera fu enorme, con l’introduzione di uno stile e proporzione perfetti, con una quasi maniacale attenzione al particolare. Tra i pezzi realizzati su suo disegno vanno citati quattro candelieri realizzati nel 1774 da John Carter che, ben lungi dall’essere mere copie di oggetti della Roma imperiale, rappresentano un lavoro di fantasia ed un esperimento nell’utilizzo dello stile classico. Il tripode centrale dei candelieri è stilisticamente corretto con urne, teste di ariete, rosette, sostegni a zampa di leone; le linee dei bracci che sostengono le candele sono ispirati a disegni a grottesche dell’antica Roma, ma nel loro insieme some caratteristici solamente dello stile di Adam.

Le urne erano le forme ideali per la realizzazioni di zuppiere e rinfrescatoi, soprattutto coppe e trofei, mentre le anfore diedero lo spunto per la realizzazione di brocche, lattiere e caraffe per l’acqua calda, caffettiere, teiere e cioccolatiere.

Il tripode si impose come base di candelieri unitamente alla colonna classica che divenne il riferimento per la realizzazione dello stelo. Questi oggetti trovarono nella città di Sheffield e nei suoi argentieri (tra cui John Winter, John Parson, George Ashforth e Mattew Fenton), degli abili esecutori che si specializzarono sul soggetto, introducendo variazioni personali originali, ma non sempre di rigore classico.

Il vaso classico influenzò i modelli delle zuccheriere e delle scatolette per il tè, dei caster (porta spezie), delle mostardiere, e dei contenitori per i condimenti.

Alcune saliere e cestelli per lo zucchero erano realizzate in lamina di argento lavorata a traforo che alloggiava per contenitori di vetro azzurro.

I cestini porta pane e i piccoli cestelli per i dolci venivano realizzati con lavorazione a traforo e con motivi ad intreccio.

I motivi ornamentali preferiti erano i bordi ad ovoli, le foglie di acanto, l’ornato alla greca, teste di capra e di ariete con lunghe corna, palmette di derivazione egizia, caprifogli stilizzati e antere (fregi di forma circolare), medaglioni ovali e nastri annodati per fissare drappi e ghirlande di alloro. Le baccellature (coste arrotondate a forma di baccello) diventano più fini ed eleganti, le perlinature (serie di piccole decorazioni circolari ripetute a nastro) sostituirono le scanalature, mentre tornò in voga la bordatura ad "onde marine" nota come "cane corrente" o "voluta vitruviana". Una tra le più sobrie e gradevoli decorazioni neoclassiche furono i medaglioni applicati raffiguranti soggetti classici.

Le ampie superfici lisce si prestavano a far esaltate questi motivi, e l’incisione, nella variante cosiddetta a bright cut, costituita da tratti brevi e di varia profondità che riflettevano la luce producendo uno sfavillio (vedi Tecniche di lavorazione), divenne molto popolare negli anni 80 del XVIII secolo e fu utilizzata soprattutto per saliere, cremiere, zuccheriere, e per le teiere a tamburo.

All’inizio del periodo neoclassico la fama degli argentieri londinesi aveva raggiunto l’apice ed il nuovo stile sembrava dover esaltare ancora di più le loro capacità espressive. Alcuni trai più noti argentieri del periodo sono Thomas Heming, John Carter, Hester Bateman, Rober Hennell, Daniel Smith e Robert Sharp, Henry Greenway, George Wickes, John Parker e Edward Wakelin, Andrew Fogelberg, Stephen Gilbert, John Schofield,

Ma la richiesta di argenteria a costi contenuti da parte della media ed alta borghesia provocò tra il 1760 ed il 1770 un proliferare di manifatture, soprattutto a Birmingham e Sheffield, dove gli argenti venivano realizzati con l’aiuto di metodi meccanici, come presse a vapore e stampi (il semplice e simmetrico stile neoclassico si prestava molto bene alla lavorazione meccanica), utilizzando lastre di limitato spessore e riempimenti in resina per i candelieri. Nello stesso periodo venne sviluppata commercialmente (proprio a Sheffield ed in seguito a Birmingham per opera di Matthew Boulton) la tecnica dell’old sheffiel plate (vedi Silverplate), scoperta nel 1743, ma mai sfruttata appieno dal punto di vista commerciale. Lo stesso Boulton produceva per molti argentieri parti di oggetti ottenuti con macchine a vapore, che questi montavano a mano inserendo le decorazioni richieste dal committente. E fu proprio Boulton, influente industriale, a ottenere attraverso pressioni sul parlamento e nonostante la forte opposizione della Goldmith Company di Londra, il riconoscimento dei due nuovi uffici del titolo di Sheffield e di Birmingham, diminuendo ulteriormente le spese di produzione, evitando i costi di trasporto a Londra per la marcatura (per approfondimenti vedi Uffici di controllo).

Lo stile imposto da Adam comincia a perdere fascino dagli anni 80 e verso gli anni 90 del XVIII secolo, cominciarono a verificarsi piccoli ma significati mutamenti stilistici: le linee diventano diritte e molti particolari quali le parti superiori dei manici, si appiattiscono, saliere, salsiere e teiere diventano più panciute e le forme perdono armonia diventando in alcuni casi spigolose.

 ^inizio pagina