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L’Art Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)

Sintesi cronologica degli stili

I revival del XIX secolo


Il Rococò (1725-1760)



Dopo la morte di Filippo d’Orleans (1723) in Francia si andava consolidando, ad opera di Juste-Auréle Meissonier (nato a Torino, e trasferitosi in Francia nel 1715), un nuovo stile che opponeva all’opulenza e splendore del Barocco, la ricerca del diletto nelle forme e nelle decorazioni artistiche, anche a discapito della funzionalità dell’oggetto.

Il termine Rococò con il quale questo stile è identificato deriva dal francese Rocaille la cui traduzione (roccia, sasso) non rende appieno l’idea della sua vera essenza. Le caratteristiche peculiari del Rococò sono le immagini legate al mondo acquatico, come conchiglie, caverne, grotte, e della stessa acqua il cui fluire, cadere e, soprattutto ruotare a mulinello, con la conseguente asimmetria che questo genera, è l’essenza stessa del Rococò.

Meissonier realizzò pochissimi pezzi in argento, per altro quasi tutti andati perduti, ma fu sostanzialmente un disegnatore ed un creatore di modelli. In un suo disegno di un candelabro risalente al 1728 compaiono già le forme caratteristiche del Rococò: figure inserite in curve a spirale ed una base asimmetrica a cascata d’acqua. Una delle poche opere sopravvissute, due zuppiere commissionate da un nobile inglese nel 1735, rappresentano la quintessenza del Rococò, e sono realizzate con due conchiglie di forma asimmetrica ottenute a fusione, riproducenti sulla superficie l’effetto delle onde marine con gorghi e schiume, con abbondanza di crostacei, ma anche di selvaggina e vegetali.

Nello stesso periodo in Inghilterra gli argenti erano realizzati nel sobrio stile "Regina Anna", e seppur sembrasse impossibile che uno stile tanto diverso potesse imporsi, il Rococò arrivò con grande veemenza raccogliendo i favori degli argentieri che usavano ispirarsi all’arte francese ed ai modelli realizzati oltre Manica (specialmente i disegni di Meissonnier e di Pierre Germain), ma ricevendo un indubbio contributo di vitalità che non era presente nelle opere francesi.

Portaspezie in argento dorato, Paul de Lamerie - Londra, 1730 (Paul Getty Museum)

Le prime tracce del Rococò in Inghilterra appaiono nelle opere dell’argentiere ugonotto Paul de Lamerie, agli inizi degli anni 20 del XVIII secolo. Nelle sue opere de Lamerie mescola gli elementi marini tipici del Rococò con maschere naturalistiche, festoni di frutta e fiori, grappoli d’uva e foglie di vite, figure di putti, il tutto realizzato in modo che i riflessi della luce sulla superficie dessero l’impressione di un continuo movimento. Tra gli argentieri di questo periodo che si cimentarono con successo in questo stile citiamo l’ugonotto Paul Crespin, George Whickes, Thomas Heming, Thomas Farrer e Nicholas Sprimont (nativo di Liegi e trasferitosi in Inghilterra), dei quali sono noti esemplari di notevole bellezza.

Rinfrescatoio per vino in argento – Parigi, François-Thomas Germain, 1727-1728 (Museo del Louvre)

Candeliere in argento – Parigi, François-Thomas Germain, 1757 (Museo del Louvre)

Centrotavola in argento – Parigi, François-Thomas Germain, 1758 (Museo del Louvre)

Tra i motivi ornamentali tipici del Rococò più utilizzati in Inghilterra vi è il "cartiglio" o "cartuccia", che nei secoli precedenti era servito esclusivamente a contenere stemmi araldici e che divenne un motivo ornamentale indipendente (anche a forma di barca e di delfino) o contenente scene classiche, fregi in stile "auricolare" della mitologia greca e scene silvane con putti, amorini, uva, farfalle, lucertole ed insetti vari. Beccucci di teiere a forma di cavallo che emerge dal mare, manici a forma di gambero, maschere umane, leonine e canine e le verdure finemente modellate dei disegni di Meissonnier, tra cui cavolfiori, carciofi, broccoli rape e sedano, che adornano innumerevoli zuppiere Rococò e ne costituiscono spesso i terminali, sono i motivi che accompagneranno questo stile nel periodo della sua massima popolarità.

Teiere e bollitori per l’acqua assumono la forma di zucche e di meloni, ma non furono risparmiati nemmeno i cestini, le lattiere, i cucchiaini per il tè, le salsiere, i calamai, le salsiere e i grandiosi centrotavola (epergne) costituiti da un corpo centrale al quale erano appesi cestini e portavivande.

Gli argentieri inglesi sono famosi per aver colto i gusti e le aspettative dei committenti dell’epoca che, talvolta, tendevano ad esasperare le già innovative forme del Rococò: compaiono così serpi che si avvolgono attorno alle coppe (in un’opera di Paul de Lamerie del 1737), una saliera con manico a sembianza di un grottesco drago, un braciere con tre draghi (opera di Charles Frederick Candler del 1741), ma ancora una volta gli argentieri inglesi dimostrarono la loro preferenza a lavorare su disegni di importazione, tanto che i motivi utilizzati negli esempi citati, seppur opera di grandi argentieri, erano stati pubblicati nel 1736 dal disegnatore italiano Gaetano Brunetti. Erano anche disponibili e molto gettonate raccolte di cartigli opera di disegnatori francesi. Inoltre una pubblicazione del 1753 che viene considerata la "bibbia" dell’estetica Rococò in Inghilterra, è opera di George Michael Moser, uno svizzero attivo a Londra e tra i più raffinati cesellatori del XVIII secolo. Sono comunque noti anche disegnatori inglesi di notevole creatività, come John Linnen e Thomas Johnson, nei cui disegni è evidente il gusto per le cineserie che, mai del tutto uscita di moda dagli ultimi trent’anni del XVII secolo, ebbero un forte revival in stile rococò tra il 1750 ed il 1760, con uno dei principali artefici proprio in Paul de Lamerie con le sue scatolette per il te con figure di portatori di balle di tè che camminano tra palmizi. Queste ed altre immagini del tutto fantasiose comprendenti strani uccelli, indicano una certa ignoranza dell’Oriente e della sua arte da parte degli argentieri inglesi. Famoso e molto indicativo di questo revival è un impressivo tea kettle (bollitore con fornello a spirito per l’acqua destinata alla preparazione del tè) realizzato da Spimont nel 1745, che miscela li motivi cari alla cineseria con quelli più tipici ed accattivanti del Rococò.

Occorre inoltre considerare che un pezzo di argenteria viene solitamente attribuito all’argentiere a cui appartiene il marchio impressovi, ma molto spesso, e soprattutto in presenza di argentieri famosi con molte commissioni da soddisfare, gli esecutori materiali delle opere erano gli apprendisti o altri argentiere alle loro dipendenze. I lavori di cesellatura e modellazione erano con ogni probabilità eseguiti da specialisti che lavoravano in proprio ed ognuno dei quali aveva un proprio repertorio, che solo raramente firmavano le proprie opere. Tra i cesellatori più famosi in Inghilterra che hanno lasciato la propria traccia sulle opere eseguite citiamo Augustin Heckel, George Daniel Gaab, John Gastrell, Henry Manley, John Valentine Haidt, Ishmael e George Parbury (che lavorò per la ditta di John Wakelin & William Taylor).

In Scozia, anche a causa della mancanza di committenti importanti, gli argentieri prediligevano uno stile liscio e funzionale e solo nei grandi centri di marcatura (Edimburgo, Glasgow e Aberdeen) era possibile trovare oggetti con qualche parvenza stilistica di moda, ma sempre con un certo ritardo rispetto all’Inghilterra: così il Rococò prese piede a partire dagli anni 30 del XVIII secolo, senza mai arrivare alle esasperate forme inglesi. Una caratteristica tipicamente scozzese erano le teiere a proiettile (modello che resterà di modo fino agli anni70 e 80 del XIX secolo), molto spesso con il manico in argento isolato da interruttori d’avorio (una tecnica che in Inghilterra prenderà piede solo nel XIX secolo), e decorate con un finissima cesellatura a piatto. In Irlanda le cose non andavano molto diversamente, ma gli argentieri irlandesi, una volta recepito uno stile, erano soliti a personalizzare i manufatti infondendo loro una qualità ed una poesia del tutto particolare e caratteristica. Il Rococò una volta arrivato prese piede con vigore e furono prodotti manufatti del tutto simili a quelli inglesi. Tra gli oggetti tipicamente irlandesi dobbiamo citare i cosiddetti dish ring (supporti traforati per stoviglie in legno o ceramica) e i bellissimi coperchi traforati destinati agli spargi essenze.

Così come in Francia anche in Inghilterra il Rococò non riscosse un consenso unanime e molti restarono fedeli a modelli "classici" misurati e simmetrici. Verso il 1765 la propulsione di questo stile si era esaurita nei due paesi e le produzione rococò andarono ben presto fuori moda, lasciando spazio ad un periodo di transizione che porterà all’epoca di Robert Adam e del neoclassicismo. Fuori da Londra e Parigi, tuttavia, ed ancor più nel resto d’Europa e soprattutto negli Stati Uniti, il rococò non tramontò in tempi brevi e rappresenterà uno stile parallelo al neoclassicismo.

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